PATRIZIA EICHENBERGER

 "Uso la mia arte come un modo per descrivere ciò che le parole spesso non possono esprimere"



Angelo Zzaven: Da quanto tempo e che cosa ti ha spinto a operare nel mondo delle immagini?

Patrizia Eichenberger: Mi avvicino alla fotografia all’età di 17 anni, la mia formazione inizia nel 1986, mi iscrivo alla scuola di Fotografia e collaboro con lo Studio Fotografico Bellarosa. Mi piaceva sperimentare la luce, ricordo l`alchimia nel vedere le immagini apparire dalla carta bianca.

Sentivo che l’arte fotografica era la mia strada.

Angelo Zzaven: Nei tuoi progetti nasce prima l'immagine o lo scritto? Pensi ci sia bisogno di uno scritto che accompagni le tue immagini?

Patrizia Eichenberger: Nei miei progetti nasce prima l’immagine, uso la mia arte come un modo per descrivere ciò che le parole spesso non possono esprimere.

 

Patrizia Eichenberger

Angelo Zzaven: Noi siamo le nostre immagini?

Patrizia Eichenberger: La fotografia é per me una riflessione sullo sguardo, su me stessa e attraverso gli altri, le immagini esprimono quello che abbiamo dentro.

Angelo Zzaven: Mi elenchi tre artisti che ami particolarmente non necessariamente appartenenti alla fotografia?

Patrizia Eichenberger: Sono molti gli artisti che amo particolarmente, solo per citarne alcuni, il pittore Amedeo Modigliani, la fotografa Annie Leibovitz e il fotografo Henri Cartier Bresson.

Angelo Zzaven: Quale tra i tuoi lavori ritieni il miglior progetto?

Patrizia Eichenberger: Il progetto "Anime metropolitane”, il desiderio di lasciare un segno, di dar luce alle immagini realizzate durante due anni difficili di pandemia. Fotografie a raccontare storie, scatti nelle strade cittadine di Lugano di cui ho cercato di dare un’identità, atmosfere distanti, surreali.


 
Patrizia Eichenberger

Angelo Zzaven: Che cosa ti senti di dire al visitatore della tua mostra?

Patrizia Eichenberger: Immagini a valorizzare i luoghi che mi appartengono, un progetto nella mia città, in cui lo sguardo e le anime si sovrappongono in un’unica visione, un tempo sospeso dove ho trovato spunti di espressività.

Angelo Zzaven: Che cosa pensi del mondo contemporaneo? Che cosa salvi e cosa butti?

Patrizia Eichenberger: Il mondo contemporaneo é un insieme di viaggi, li rendono unici per la capacità di lasciare tracce profonde o superficiali. Salvo quello che siamo stati e butto ciò che non ritengo necessario.

Angelo Zzaven: Rispondi a una domanda che non ti ho fatto.

Patrizia Eichenberger: I pensieri immaginari quelli che assorbiamo dalle storie che ascoltiamo é in quest’atmosfera che la fotografia rivela la sua essenza, a raccontare momenti fino a farli fermare. L’immagine vuole rendere visibile l'eternità.

 

Patrizia Eichenberger





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