LUIGI GRIECO

 "la fotografia...  oltre ad essere una passione è diventata una necessità come nutrirmi o respirare" 




Angelo Zzaven: Luigi, mi hai confessato che non fotografi da molto tempo, da quanto e che cosa ti ha spinto a operare nel mondo delle immagini?

Luigi Grieco: Cercherò di raccogliere le idee, poiché le motivazioni che mi hanno spinto ad iniziare questo percorso nel mondo della fotografia sono diverse, e sono come frammenti sparsi dentro di me. Durante il primo lockdown mi sono ritrovato con una notevole quantità di tempo da occupare. Mentre navigavo su Instagram mi ero imbattuto in alcune immagini che catturarono la mia attenzione: mi piacevano molto ma non riuscivo a capire se si trattasse di dipinti o di fotografie. Così iniziai ad approfondire e a scoprire un mondo che non conoscevo prima: quello della fotografia creativa. Da giovane dipingevo e disegnavo, ma ho smesso quando ho messo su famiglia; tuttavia, non ho mai perso l’amore per l’arte e quella meravigliosa capacità di emozionarmi di fronte ad una bella opera, che si tratti di un quadro, un disegno, una scultura, oppure una fotografia. E così decisi di ricominciare a dare spazio al mio lato artistico in un modo nuovo, completamente digitale. Ben presto mi resi conto che questa attività aveva ed ha tutt’ora il potere di farmi stare bene, di donarmi piacere e di trasportarmi in una dimensione interiore molto profonda. Inoltre, ha un effetto terapeutico sulle mie ansie e sui miei stati d’animo negativi.

Angelo Zzaven: Siamo in continuo cambiamento tutti, nello specifico della fotografia, ho avuto anch'io momenti di forte interesse alternati a momenti di totale o quasi disinteresse. Bisogna essere aperti alle novità e pronti a rivoluzionare le nostre convinzioni... mi viene quasi spontaneo farti la seconda domanda: Come pensi di reagire a questo momento di magra per la fotografia?

Luigi Grieco: Cerco di creare immagini che possano evocare qualcosa, un sentimento, un’emozione oppure un ricordo… in una dimensione senza tempo e senza luogo, tra il sogno e la realtà, che inviti a riflettere con se stessi. In fine, ciò che faccio deve soddisfare il mio senso estetico… Credo che gli alti e bassi siano assolutamente normali in qualunque processo creativo, non siamo macchine programmabili. Lo scarso interesse verso la fotografia che hai citato non mi preoccupa particolarmente; infatti, non ne ero al corrente, lo apprendo da te in questo momento. Credo tuttavia che l’uomo avrà sempre bisogno di esprimersi e di emozionarsi, e ognuno deve farlo nel proprio modo, chi per una canzone o un film, chi per un quadro o una fotografia. Certamente cambierà il modo di creare e di approcciarsi, penso ad esempio all’AI o agli NFT che stanno diventando di moda, sono diverse le modalità ma a mio avviso il risultato non cambia. (Mi piace molto questa chiacchierata tra di noi, sta diventando una bella occasione per mettere un po’ d’ordine tra i miei pensieri e dare un nome al mio sentire…)

 

Luigi Grieco

Angelo Zzaven: Scusa mi era sembrato di leggere dietro le tue parole che stessi attraversando un periodo no verso la fotografia, evidentemente avevo interpretato male. A proposito di creazione di immagini AI (Intelligenza artificiale), cosa pensi realmente? Pensi che i fotografi prima o poi debbano interessarsene?

Luigi Grieco: No, anzi, l’interesse iniziale per la fotografia creativa si è trasformato nel tempo in una vera e propria passione. Dedico ad essa un po’ di tempo tutti i giorni, e quando sono impossibilitato a farlo ne sento la mancanza.

Credo che chiudersi al nuovo che avanza rifiutando le evoluzioni tecnologiche sia anacronistico. Un atteggiamento difensivo che potrebbe limitare la propria creatività, quando invece bisogna saper cogliere ogni opportunità come fonte di ispirazione per la crescita personale e come forma di arricchimento culturale e funzionale. Eventualmente si può sempre tornare sui propri passi, qualora ci si rendesse conto che le novità acquisite non portino un reale beneficio o non soddisfino le esigenze personali.

Io, per esempio, ho provato ad utilizzare Midjourney per qualche giorno, ma pur avendone compreso l’enorme potenziale devo confessare che non mi ha conquistato.

 

Luigi Grieco

Secondo me l’AI priva l’artista di una parte importante del proprio processo creativo, che è fatto di sperimentazioni, di tentativi ripetuti, di errori e correzioni. Di fatto delega ad un software la realizzazione di quanto egli ha in mente, sottraendolo non solo alla fatica della realizzatone ma anche e soprattutto alla soddisfazione per il risultato ottenuto, che alla fine sembra appartenere a qualcun altro.

Angelo Zzaven: Il tuo discorso è comprensibile e lo condivido. Mi spieghi quali sono le maggiori problematiche nel realizzare queste immagini che ho scelto per te.

Luigi Grieco: Cosa intendi per “maggiori problematiche”…?

Angelo Zzaven: Se mi rispondi così deduco che la tua gestualità nel realizzare la foto è per te un dato acquisito che non ti crea problemi, in realtà sotto sotto volevo capire qualcosa di più sulla tecnica usata per queste immagini... A proposito questa serie di immagini che sta diventando sempre più corposa, fa parte di un progetto? Ha un titolo?

Luigi Grieco: Ah ok, non avevo compreso la domanda. In effetti devo superare molte difficoltà tecniche, in parte per la mia inesperienza e in parte perché le ICM sono sempre un po’ imprevedibili. Sperimento molto con le regolazioni della fotocamera e con la tipologia di movimento (quasi sempre verticale). Poi dopo avere selezionato quelle che mi piacciono, inizia la parte più complessa poiché creo diverse esposizioni, sovrappongo texture e le modifico con i livelli, mediante i metodi di fusione e l’opacità. E quando non ottengo il risultato che ho in mente, ricomincio daccapo. Non riesco quasi mai a replicare i passaggi, poiché vado molto a istinto, improvviso e quindi finisco per dimenticarli. Poi dipende anche dalla foto, per una magari trovo una formula interessante, ma se la replico su di un’altra non ottengo mai lo stesso risultato… quindi spesso è frustrante, mi arrabbio e mollo tutto. Ma poi, il giorno dopo trovo sempre l’energia per ricominciare. Non ho mai creato pensando ad un progetto preciso, e nemmeno a dare un titolo ai lavori poiché sono d’accordo con quanto diceva Elliot Ervit: Il punto principale di scattare foto è di non dover spiegare le cose con le parole. Fotografo tutto ciò che mi colpisce o che semplicemente mi piace, un soggetto, un luogo, una luce, e poi la elaboro secondo la mia visione.


Luigi Grieco

Angelo Zzaven: Vero, le ICM a mano libera non ti permettono risultati ripetibili e a volte il risultato supera le nostre aspettative. Quanto è importante questo aspetto nelle tue immagini?

Luigi Grieco: Molto importante, l’imprevedibilità delle icm mi permette da un lato di affrontare una sfida tecnica, dall’altro di creare qualcosa che può sorprendermi piacevolmente, anche se va detto che: una su cento ce la fa (cit.).

Angelo Zzaven: Esci di casa appositamente per fare foto o sfrutti l'occasione il momento? Trovi i tuoi soggetti o li cerchi?

Luigi Grieco: Utilizzo una Fuji XT30, che è una fotocamera compatta e leggera, facile da portare sempre con me, e non esito ad utilizzarla in qualunque occasione. Quindi i soggetti a volte li trovo strada facendo, altre volte invece mi aggiro soprattutto nel centro storico di Milano in cerca di vicoli, gallerie o scorci interessanti. Mi piacciono molto anche le stazioni ferroviarie.

Angelo Zzaven: Nelle tue immagini spesso vedo persone sole, che rapporto hai con la solitudine?

 

Luigi Grieco

Luigi Grieco: Si nasce e si muore da soli; quindi, credo che sia un bene cercare un buon rapporto con essa… Personalmente ricerco spesso la solitudine per concentrarmi, per creare, per ascoltare musica o semplicemente per rilassarmi e riflettere. Pertanto, lego questo stato alla profondità del sentire, poiché ci aiuta a comprendere meglio i nostri stati d’animo, le emozioni, i sentimenti e i desideri. Mi piace l’idea di poter creare immagini che possano evocare proprio questo: il rapporto con se stessi e con l’ambiente circostante.

Angelo Zzaven: Caro Luigi la tua anima traspare anche da queste risposte è stato un piacere chiacchierare con te. Ti faccio l'ultima domanda, cosa ti auspichi che succeda in futuro?

Luigi Grieco: Restando sul tema della fotografia mi aspetto di potere proseguire il mio percorso, poiché oltre ad essere una passione è diventata una necessità come nutrirmi o respirare, poiché mi diverte e mi crea un profondo benessere. E questa motivazione è per me più importante del consenso del pubblico. Se ciò che faccio piace mi fa piacere, ma non è determinante. Spero inoltre di riuscire con il tempo ad acquisire le molte competenze tecniche che ancora mi mancano per inesperienza, e la possibilità di sperimentare in futuro anche su temi diversi dalla street a cui mi dedico principalmente. Come, ad esempio, il ritratto o la natura. Le possibilità sono veramente infinite, e la fotografia è affascinante anche per questo.

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